Il mio lavoro “Passaggio di consegne” (realizzato grazie a Creativamente Roero e ai bambini di Govone) vince una menzione speciale al SI FEST Savignano Immagini Festival, dopo essere stato selezionato dal nuovo direttore Alex Majoli, famoso fotografo di Magnum Photos. Sono davvero felice che Alex Majoli abbia apprezzato così tanto il lavoro e che la giuria finale del festival abbia voluto dargli un riconoscimento, anche se io ero andato lì soprattutto per vedere le mostre e per mostrare il lavoro solo e unicamente ad Alex Majoli, pensando di non partecipare al Premio ma avere solo un confronto con lui, data la sintonia con le sue scelte nel festival. Poi lui mi ha obbligato a lasciarlo e farlo comunque partecipare alla competizione, nonostante io il Festival già l’avevo vinto 18 anni fa con “Senza la memoria”, un lavoro su mia nonna che aveva perso la memoria e viveva con centinaia di bigliettini sparsi per casa.
Quest’anno però ho deciso di tornare al festival, insieme a Virginia, soprattutto perché ho apprezzato la scelta coraggiosa di Majoli, che ha voluto riportare la fotografia nelle scuole e pensare un festival che non parlasse solo ai fotografi e ai maniaci dello scatto. Infatti sono tornato a Savignano dopo tanti anni di assenza proprio perché mi ha convinto l’impostazione che Majoli ha dato al festival. C’è bisogno di far scendere la fotografia d’autore dal piedistallo e di riportarla tra la gente e soprattutto nelle scuole, tra i bambini e gli adolescenti. Per riflettere ed emozionare. Per superare l’auto-referenzialità di molti festival.
La prima volta che andai al SI FEST era il 2004, ero giovanissimo, fotografavo da pochi anni e non sapevo nulla di festival, letture portfolio e premi. Portai il mio lavoro “Senza la memoria” e incredibilmente vinsi il festival e subito dopo vinsi pure il neonato Premio Portfolio Italia (il premio dei principali festival di fotografia italiani). Fu una iniezione di fiducia e una svolta. Vedevo che anche nell’ambiente “alto” le fotografie che facevo potevano comunicare qualcosa di buono e interessante. Continuai così a fare l’artista-fotografo e l’anno successivo divenni un fotografo professionista. Devo molto a Savignano e al suo festival e le emozioni di quell’edizione del 2004 sono ancora impresse in me e ricche di dettagli.
Molte cose però sono cambiate nella fotografia e nei festival dal 2004 ad oggi. Ed io, di solito, mi trovo più a mio agio con i miei studenti di fotografia di tutte le età e con i ragazzi delle superiori che nell’ambiente dei festival. Qui però le cose sono diverse. Il luogo “scuola” e la divisione delle mostre per materie scolastiche richiede un cambiamento di punto di vista sulla fotografia e sul senso di un festival. L’insegnamento e la pedagogia richiedono un ripensamento alla funzione della fotografia. A cosa ci serve ancora questa fotografia? E soprattutto a cosa serve quella fotografia che noi definiamo d’autore, d’artista o di qualità? Potrà ancora dire qualcosa di utile ed emozionante, denunciare, mostrare, sensibilizzare l’anima di future generazioni? Noi non dobbiamo smettere di interrogarci e cercare il confronto. Per parlare a tutti, adulti e bambini, appassionati e non, persone con due lauree o con la quinta elementare.